PENSIERI OZIOSI

DI UN OZIOSO COGOLETESE FORESTO

BASTA NOSTALGIA PER FIDEL…

URGE DEMOCRAZIA PER CHI COMBATTE DALL’INTERNO A CUBA…

 

E veniamo a quelli che combattono il regime castrista dall’interno: Oswaldo Paya, sostenitore del Progetto Varela (una proposta di riforme democratiche sottoscritta da migliaia di cittadini).

I firma­tari sono minacciati ogni giorno.

La polizia entra nelle case, sequestra le persone in modo indiscri­minato e mette in atto intimidazioni sistematiche.

Sono segnali di nervosismo del regime che, in se­guito alla pressione e alle condanne internazionali, ha promosso di recente azioni radicali come la sostituzione nei ministeri chiave dei politici con i militari, la reintroduzione della pena di morte e la messa fuori legge di internet e del dollaro statu­nitense.

Colpi di coda di un sistema che, anche a causa della durezza dell’embargo americano, ha mostrato tutti i suoi limiti, facendo ritenere all’esterno che il dopo Castro sia più vicino di quanto si possa pensare.

Oswaldo Payá Sardiñas aveva 17 anni nel 1969, quando per qualche parola critica scappatagli a scuola finì ai lavori forzati nelle piantagioni di canna e nelle cave di pietra, a sudare 10 ore al giorno per tre anni di fila.

«Ne venni fuori con una fede più forte che mai nelle nostre capacità di cambiamento», dice oggi, che di anni ne ha 50 ed è diventato il dissidente cubano più famoso nel mondo.

La notorietà è il suo scudo.

Ai primi di maggio, quando l´ex-presidente americano Jimmy Carter ha visitato Cuba, Oswaldo Payá è stato visto in tutti i notiziari televisivi.

E subito dopo nella lista dei futuri Nobel per la pace.

La "Gran Marcha" indetta da Castro l´ha criticata senza alcuna timidezza:

«Definire intoccabile il regime politico, economico e sociale vigente è una pura e semplice autopro­clamazione di totalitari­smo».

Lui, per cambiare questo regime, l´ha studiata bene.

Nella Costituzione cubana c´è un arti­colo, il numero 88, che impegna il parlamento ad esaminare le richieste sottoscritte da almeno 10.000 cittadini.

Nessuno in passato vi aveva mai fatto ricorso.

E invece perché non provarci?

Oswaldo Payá lanciò l´idea e ne nacque, un anno fa, il Progetto Varela: una richiesta di referendum su 5 punti di riforma costituzionale.

I 5 punti sono il diritto di libera associazione, il diritto alla li­bertà di parola e di stampa, l´amnistia per i detenuti politici, il diritto di costituire imprese private, libere elezioni multipartito entro un anno dal referendum (tutte cose che a Cuba non esistono).

Payá e i suoi intitolarono a Varela questo pacchetto di riforme perché Félix Varela è un padre della patria e un simbolo di libertà.

Sacerdote e uomo di cultura, vissuto nella prima metà dell´Ottocento, è stato per Cuba quello che, in Italia, sono stati l´abate Antonio Rosmini e don Luigi Sturzo: un grande teo­rico della politica, d´impronta cattolica liberale, e un politico lui stesso. 

 

LA BOMBA ALL’HOTEL COPACABANA:

FABIO DI CELMO, la vittima

RAUL ERNESTO CRUZ LEON, l’autore

LUIS POSADA CARRILES, il mandante

 

Fabio Di Celmo è stato una delle 3.478 vittime del terrorismo contro Cuba.

Gran parte degli atten­tati terroristici sono stati finanziati (come quello di Fabio) dalla FNCA (Fon­dazione Nazionale Cu­bano Americana) che riceve regolarmente finanziamenti dal governo degli Stati Uniti d’America in quanto, ufficialmente, fondazione di carattere culturale e caritatevole (avete presente la guerra di Bush contro il terrorismo?).

Fabio giocava a pallone nel C.F.F.S. Sciarborasca ed è sepolto, dal 1998, ad Arenzano.

E’ morto 6 anni fà all’Avana all’età di 32 anni, poco dopo mezzogiorno del 4 settembre 1997 per una piccola carica di 50 grammi di plastico C4 esplosa sotto un divano nel bar dell’hotel Copaca­bana di Miramar, la riviera ovest della capitale cubana.

Il terrorista che provocò la sua morte è Raùl Ernesto Cruz Leòn e aveva 26 anni all’epoca dell’attentato.

E’ un salvadoregno pagato dalla mafia anticubana di Miami, Florida, Stati Uniti, ed agì alle dipen­denze di Luis Posada Carriles che è uno dei piu noti terroristi anticubani responsabile, tra gli altri, dell’attentato che, nel 1976, fece esplodere in volo un aereo della “Cubana de aviaciòn”, sul cielo delle isole Barbados, uccidendo 73 persone tra le quali l’intera squadra giovanile cubana di scherma.

Cruz Leòn aveva già fatto esplodere a luglio 2 cariche negli alberghi Capri e Nacional provocando seri danni e alcuni feriti leggeri ed a settembre oltre alla bomba del Copacabana provocò esplosioni nei vicini hotel Chateau e Tritòn e alla Bodeguita del Medio in centro storico di fianco alla Catte­drale.

In quell’occasione fu notato, seguito ed arrestato. Condannato alla pena capitale, Cruz Leòn è tut­tora recluso in un carcere dell’Avana anche se la pena gli è stata commutata in ergastolo mentre Luis Posada Carriles, dopo essere stato in carcere in Venezuela, è, ora, in carcere negli U.S.A., for­mal­mente per reati contro la legge sull’immigrazione in quanto la sua domanda di asilo politico per fa­vori resi alla CIA sta mettendo molto in imbarazzo la Giustizia e il Governo americano.

In un re­cente appello del 29 luglio scorso Nadine Gordimer (scrittrice sudafricana premio Nobel del 1991 per la letteratura), Salim Lamrani (ricercatore francese presso l’università Denis-Diderot di Parigi, specialista delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti), Noam Chomsky (famoso linguista sta­tunitense), Adolfo Pérez Esquivel (premio nobel per la pace 1980, artista argentino), Gianni Minà (giornalista italiano) e José Saramago (scrittore portoghese, premio nobel per la letteratura 1998) sostengono che l’Italia dovrebbe chiedere l’estradizione di Luis Posada Carriles.

La giustizia statu­nitense rifiuta di sottoporlo a giudizio per i crimini commessi, lo mantiene in stato d’arresto solo per irregolarità migratoria in territorio statunitense.

Nonostante Posada Carriles abbia causato la morte di più di un centinaio di persone nel corso di un quarantennio di terrore, rifiuta di estradarlo in Ve­nezuela, violando i trattati internazionali antiterro­rismo.

Raúl Ernesto Cruz León, il terrorista che aveva piazzato l’ordigno dichiarò di essere stato reclutato il 12 giugno 1997 ed istruito dal salvado­regno Francisco Chávez Abarca, sotto la direzione e il fi­nanziamento di Luis Posada Carriles.

Il 12 luglio del 1998, in un’intervista concessa ai giornalisti Ann Louise Bardach e Larry Rother del New York, Carriles riconobbe di essere l’ideatore dell’attentato, ammettendo pure il finanziamento dell’operazione da parte della Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA).

Nel settembre del 1999, sulla base delle interviste a Carriles di CBS e del News York Times, il portavoce della Commissione dei Diritti Umani dell’ONU sul Mercenarismo, ha confermato la re­sponsabilità di Luis Posada Carriles nella morte di Fabio Di Celmo.

I cittadini e la giustizia italiana devono esigere dal loro governo la richiesta di estradizione di Car­riles, perché deve rispondere dell’assassinio di Fabio Di Celmo.

La memoria di tutte le vittime del terrorismo richiede che la giustizia trionfi sull’impunità.

 

L’EMORRAGIA INTESTINALE DI FIDEL…

…E I FESTEGGIAMENTI DI MIAMI

 

Il Sindaco Zanetti, l’altra sera, ha detto che gli hanno fatto una certa impressione i festeggiamenti a Miami per la malattia di Fidel Castro.

Anche a me hanno fatto impressione, ma non più di tanto perché pensavo, oltre che alla malattia di un vecchio tiranno, anche ai cittadini sottoposti al suo re­gime totalitario e avevo in mente la faccia, tumefatta dalle percosse della polizia segreta, di Martha Beatrix Roque Cabello una dei 75 detenuti in condizioni disumane e degradanti nelle carceri cubane condannati con un processo sommario nel mese di aprile del 2003, iscritta dagli anni '80 al Partito Radicale e detenuta in gravissime condi­zioni di salute.

 

VIA POGGI: VENDESI APPARTAMENTO 98 MQ.  350.000 EURO

Il 23 AGOSTO L’ASTA

 

Ho avuto molti complimenti per avere esposto alcune opinioni molto diffuse e condivise dai cogo­letesi.

Qualcuno mi dice anche “Ti stai facendo molti nemici!”.

Io pensavo solo di avere detto che il prezzo a base d’asta è troppo alto e fuori mercato e che il Co­mune dovrebbe assumere iniziative per calmierare i prezzi e non per scaldarli.

Comunque il 23 agosto si svolgerà l’asta pubblica: sono pronto a ritirare i miei giudizi di incon­gruità del prezzo se qualcuno offrirà 350.000 euro o più.

Da quel momento potremo ritenere che i prezzi alti degli immobili a Cogoleto sono giusti, non esa­ge­rati come ci sembra!

Ma poi non ve ne dovrete più lamentare.

 

FIGLI E FIGLIASTRI?

 

Quello che dicono alcuni consiglieri d’opposizione (Dagnino, Siri, Biamonti, Ferro) in una loro in­terrogazione circa l’obbligo imposto nel 1999 ad un condominio di via Miramare di usare gli abba­dini di ardesia sul tetto e non imposto nel 2006 ad un analogo condominio in via degli Argonauti: ovvero che l’ufficio tecnico del Comune faccia figli e figliastri con pareri discordanti per problemi analoghi è una impressione che avevo avuto anch’io in passato.

Mi auguro che nella risposta all’interrogazione emerga che la loro impressione, come la mia, era solo appunto una impressione infondata.

Può anche essere che in 7 anni le cose siano cambiate oppure che i 2 condomini siano in diverse zone di PRG.

Fossi consigliere comunale me ne accerterei prima di fare l’interrogazione.

 

MARICOLTURA: NO, SENZA SE E SENZA MA!!!

PIU’ PERICOLOSE LE ALGHE TOSSICHE E LE MEDUSE

O LE BOMBE ATOMICHE NEL MEDITERRANEO?

IN OCCASIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA BOMBA DI HIROSHIMA

 

Maricoltura: no, senza se e senza ma!!!

Lo dico e lo ripeto ogni volta tra i miei pensieri oziosi per­ché ci tengo davvero. 

Comunque, in questi giorni, ci stiamo preoccupando delle alghe tossiche, delle meduse e del mare sporco.

A ben vedere sono ben altri i pericoli che assediano il nostro mare Mediterraneo.

E a 61 anni dallo sgancio della prima bomba atomica su Hiroshima mi viene in mente che: 480 te­state nucleari americane sono schierate in 5 paesi europei della Nato (Italia, Bel­gio, Germania, Olanda, Turchia), di cui 2 (Italia e Turchia) si affacciano sul Mediterraneo: (la Gre­cia si è liberata delle ultime 20 testate nel 2001!).

Il TNP (Trattato di Non Proliferazione Nucleare) imponeva (dal 1970) il disarmo nucleare totale.

Lo stesso Trattato vieta anche espressamente agli stati nucleari (USA) di trasferire, e agli stati non nucleari (Italia) di ricevere armi o esplosivi nu­cleari.

E’ vietato anche il controllo, diretto o indiretto, su di essi, ma, delle 90 testate in Italia, 50 sono nella base Nato di Aviano e 40 nella base italiana di Ghedi Torre, controllate quindi dalle no­stre forze armate, destinate ai nostri caccia e ai nostri piloti, addestrati per questa missione.

Perico­loso e destabilizzante è anche l'arsenale di Israele, che non aderisce al Trattato di Non Proli­fera­zione (TNP). Si tratta di 200/400 testate.

Per non dire dell'arsenale francese: 350 testate, 4 sommer­gibili nucleari (2 costantemente in naviga­zione), 80 bombardieri strategici e programmi nucleari che si proiettano almeno fino al 2040.

Ulteriore potenziale pericolo è costituito dai sommergibili nu­cleari di varia nazionalità, con missili nucleari, che navigano nel Mediterraneo, sostano nei nostri porti (violando l'efficacia di sistemi di allarme e sicurezza), e dispongono di basi come quella de La Maddalena.

Con il TNP venne istituita l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA), de­putata ad ef­fettuare i controlli (negli Stati non nucleari vedi Iraq e Iran) con procedure rigorose ed internazio­nalmente riconosciute ed accettate.

Un parere della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja stabilì nel 1996 che la detenzione di armi nucleari o il loro uso come minaccia (e cioè la strategia della «deterrenza») violano il Diritto inter­nazionale, il Diritto umanitario e le norme di ri­spetto dell'ambiente, e confermò l'impegno ad attuare il disarmo immediato.

La proposta di denu­clearizzare il Medio Oriente è sul tappeto: essa potrebbe evidentemente disinne­scare notevolmente le tensioni e i rischi di proliferazione in questa zona, ma ha sempre incontrato la ferma opposizione di Israele, appoggiato dagli Usa, non ricevendo l'appoggio necessario di altri paesi, in particolare europei, i quali bloccano anche la proposta di dichiarare il Mediterraneo zona denuclearizzata.

Pro­prio qui sta il punto.

Questa proposta potrebbe venire ripresa e rilanciata con forza, unificandola con quella per il Medio Oriente, costruendo un movimento che si estenda a tutti i paesi che si affacciano al Mediterraneo, una rete di alleanze tra le forze progressiste, al di là di tutte le divergenze, ed eser­citando così una forte pressione sulle istituzioni.

E’ tutto scritto, sottoscritto, ribadito, sancito da trattati e giurisprudenza.

Il Mediterraneo sarebbe il punto d'inizio e dall'Italia potremmo, e do­vremmo, dare un segnale con­creto lanciando un'azione energica per quanto riguarda le 90 testate di Aviano e Ghedi, inducendo il Parlamento e il governo a chiederne con forza il ritiro, come ha fatto recentemente il Parlamento del Belgio.

La proposta è stata discussa e lanciata durante le celebra­zioni che il 6 agosto 2005 si sono tenute a Ghedi, Aviano e Padova in memoria dello sgancio della prima bomba atomica su Hiroshima.

 

PRIMO INTERVENTO DELLA COLLETTA

E CLINICHE PRIVATE A PRATOZANINO…

MA A PARTE LA POLITICA,

UN PO’ DI EDUCAZIONE NON GUASTEREBBE!

 

Quando mi guardo allo specchio io (ozioso cogoletese foresto) vedo lui (il signor socialistarosa).

Ieri gli ho chiesto:

“Ma che fine hanno fatto le vostre proposte sull’O.P.P. e il Primo Intervento?”

E lui, mogio mogio, mi ha risposto:

“Non lo so, non ci ha risposto nessuno. Abbiamo scritto ad Attilio Zanetti (sindaco), Diego Perata (capogruppo consigliare), Andrea Bernini (D.S.), Andrea Bianchi (Margherita) e Danilo Ferrando (Rifondazione Comunista) da 5 mesi e nessuno di loro ci ha rispo­sto. Adesso gli manderemo una lettera di sollecito e vediamo. Nel frattempo al posto di Bernini c’è Vincenzo Landi, al posto di Fer­rando c’è Fiorenzo Ruzza e al posto di Perata c’è Luigi Cola, magari loro sono più educati e anche se la pensano in modo diverso magari ci rispondono!”.

“Ve lo au­guro!”

“Me lo auguro anch’io perché, a parte le idee, domandare è lecito, rispondere è cortesia!!!”.

FOGLIO QUINDICINALE

2/2006

Di A.Cereda                                                                                       Prodotto in proprio